Dopo i fatti di questi giorni, ho stabilito una new year's resolution un po' tardiva: essere un po' più Charlie. E quindi, un po' più PUNK.
Oggi (14 gennaio) il cantante dei Filmdafuga (band che adoro, dopo un iniziale periodo di astio, che ha fatto un disco strafigo che si intitola "Canzoni per la Colazione" che tutti voi dovreste ascoltare) Alessandro Toso mi ha mandato un messaggio su facebook in cui mi chiede un parere sul primo (e non "nuovo", come c'è scritto su UdineToday; "nuovo" presuppone che ci siano stati dei singoli "vecchi") singolo del suo nuovo progetto So Long Saigon, "Marco".
Quello che Alessandro non sa è che io, il pezzo, l'ho già ascoltato ieri. Da quando non mi ricordo chi tra i membri della band mi ha invitato a cliccare "mi piace" alla loro pagina facebook, io aspettavo che uscisse della musica della band: non metto mi piace a una cosa che non so se mi piace. Le foto e la grafica sono molto belle, ma stiamo sempre parlando di una band, e una band deve suonare, non posare o disegnare. Quindi aspetto, e ieri (13 gennaio) ascolto il pezzo.
Toso dice, sempre sull'articolo di UdineToday, che le canzoni sono state scritte "ascoltando i grandi della musica d'autore come Paoli, Tenco, Jannacci" per poi "arrangiarle ascoltando Caribou".
Penso che "Marco" corrisponda perfettamente a questa descrizione, quindi obiettivo centrato.
Non conosco nulla di Tenco (a parte "Ciao Amore Ciao"), ma adoro Paoli e Jannacci (e si nota, nel lavoro Filmdafuga, quanto abbiano influenzato il Toso, e ciò è cosa buona e giusta), mentre Caribou, come tutto il resto della robaccia pretenziosa a base di disagio e tastierine Chicco tipo FKA Twigs, mi fa schifo. E anche le cose più malinconiche di Jannacci e Paoli faccio fatica ad ascoltarle (anche se, lo ammetto, dipende dal mio stato d'animo).
Quindi "Marco" non fa per me.
D'altra parte, la maggior parte della gente che ascolto io è morta o molto vecchia.