Dovrei
finire la recensione dell’Album Biango di Elio e le Storie Tese, ma fulminato
sulla via di Damasco vorrei fare una riflessione: davvero Crest of a Knave non si meritava il famigerato grammy per la miglior performance Hard Rock/Metal
del 1988, vinto a discapito di …And Justice for All e Nothing’s Shocking?
Cerchiamo
di fare un po’ di chiarezza al riguardo: quell’anno i Metallica stavano
cavalcando l’onda del successo planetario di Master of Puppets, pur dovendo
fare i conti con la perdita di Cliff Burton, sostituito dallo sfigatissimo
Jason Newsted, che non ha mai ricevuto il credito che si merita. I Jane’s
Addiction, invece, avevano pubblicato quello che è considerato il loro
capolavoro, nonché uno dei manifesti musicali del rock anni ’90 (sì, ’90, visto
che gli ’80 volgevano al termine). I Jethro Tull, invece… Cosa combinavano i
Jethro Tull? Il gruppo folk/prog/blues/hard rock inglese non attraversava un
buon periodo, l’ultimo disco di qualità era stato The Broadsword and the Beast,
di ben cinque anni prima, e Under Wraps del 1984 era stato giudicato
abbastanza unanimemente una schifezza. Crest of a Knave, invece, è un ottimo
disco, e viene accolto bene da pubblico e critica, nonostante Anderson non in
gran forma, a causa di un’operazione alla gola subita da poco (in realtà
ricorda abbastanza Mark Knopfler, come vocalità, su questo disco).
Ciononostante, a nessuno passa neanche per l’anticamera del cervello che i Tull
ci possano vincere il primo grammy (nel senso che il 1988 è stato il primo anno
in cui è stata prevista la categoria “miglior album Hard Rock/Metal”) per un
genere nel quale comunque non li si immaginava. Già qui, però, si può fare una
considerazione: i Jethro Tull sono stati uno dei gruppi seminali dell’Hard
Rock, e Crest of a Knave è decisamente un disco Hard Rock! Ovviamente, non è
l’Hard Rock a cui tutti pensiamo normalmente, ma ne ha diverse caratteristiche.
Quindi, ponendosi la domanda “i Jethro Tull si meritavano la nomina a quel
grammy?”, la risposta è “Sì. Forse più dei Jane’s Addiction.”.
Il
fatto straordinario, comunque, è che, nonostante il loro manager avesse
suggerito loro di restare a casa (cosa che fecero) per non rendersi ridicoli, e
nonostante i Metallica fossero lì già che si sfregavano le mani, i Jethro Tull
vinsero.
Ovviamente,
insurrezione istantanea dei fan dei Metallica, che gridarono alla sordità della
giuria dei grammy.
Ma,
e qui veniamo al dunque, siamo davvero sicuri che la vittoria dei Tull fosse
così immeritata come la si è dipinta?
Senza
prendere in esame Nothing’s Shocking (troppo underground per vincere
comunque), il disco di Iggy Pop, e gli AC/DC (ai quali comunque nessuno avrebbe
mai dovuto assegnare dei premi dopo Back In Black), limitiamoci a considerare
gli enormi sconfitti e gli inaspettati vincitori.
…And
Justice for All è un bel disco, niente da dire. È un bel disco e contiene due
dei pezzi migliori dei Metallica, One e Harvester of Sorrow. Non è però all’altezza
del precedente e del successivo (Master of Puppets e Metallica,
rispettivamente), e rappresenta chiaramente un momento di transizione: inoltre,
è decisamente troppo lungo. Dolorosamente lungo.
Crest
of a Knave è un disco, oltre che bello, interessante. Non è un disco di Hard
Rock normale, men che meno Metal (ma la categoria include entrambi i generi),
ma è un prodotto fresco e innovativo nel sound dei Tull, che riprende i buoni
propositi presenti su Broadsword. Nessun pezzo è sopra le righe, e la band è
compatta. Contiene il classico Budapest e un’opener m i c i d i a l e come Steel
Monkey. Inoltre, “the flute is a heavy, metal instrument”. Infine, come ho già
detto, i Tull hanno contribuito non poco nella formazione di Hard Rock e Metal
(chiedete a Steve Harris): probabilmente il premio voleva anche essere un
riconoscimento a 20 anni di carriera, e ogni premio dato a una band prog è una
mosca bianca, quindi non possiamo che gioirne.
I
Metallica, poi, si sono ben consolati, diventando la band che ha vinto più
grammy nella categoria (sdoppiata nel 1989) Heavy Metal.
Morale
della favola: i Jethro Tull si meritavano davvero il grammy per la miglior performance
Hard Rock/Heavy Metal del 1988?
Sì.