John Frusciante.
Di lui parla questo post.
Ho conosciuto i Red Hot Chili Peppers a 15 anni, sono stati il mio secondo amore rock and roll, dopo i Ramones. In realtà li ho conosciuti ascoltando i primi dischi, quelli senza Frusciante.
John Frusciante è uno dei chitarristi più famosi, uno dei più apprezzati e anche uno dei più particolari. Frusciante ha avuto quattro fasi, di lunghezza variabile: la prima fase, durata un solo album, ovvero Mother's Milk, era di emulazione del suo predecessore, Hillel Slovak, morto di overdose nel 1988, con aggiunte personali. La seconda fase, iniziata con BloodSugarSexMagik e finita con il suo secondo album solista, Smile From the Streets You Hold, prima di entrare in riabilitazione e disintossicarsi, lo vede alla ricerca (conclusasi con successo) di un suo sound personale, unito anche a una discreta dose di tecnica, poco comune nella sua generazione di chitarristi, quasi tutti di formazione più strettamente punk (Cobain, McCready e tutti quelli della scena Grunge, che in realtà, più o meno esplicitamente, si ispirano a Frusciante). Tra gli idoli di John, oltre a Pat Smear e Johnny Ramone c'erano anche Frank Zappa e Ace Frehley. Dopo BloodSugar, John passa un periodaccio: si perde in un inferno di droga, che lo rovina fisicamente, spiritualmente e mentalmente, oltre che musicalmente. Dal 1996 (anno a cui risalgono le ultime registrazioni per Smile From the Streets You Hold) al 1997 inoltrato, Frusciante non tocca la chitarra, e anche negli anni precedenti suona davvero poco. Inizia la sua terza fase, quindi, praticamente da capo. Ha perso gran parte della tecnica acquisita negli anni, ma non per questo si fa scoraggiare: cambia stile, e ne adotta uno più morbido, privilegiando l'espressività sulla tecnica, ispirandosi al post-punk di Joy Division e Smiths. I risultati si vedranno su Californication, By the Way e su tutta la discografia solista fino al 2005. Dal 2006 in poi, John ritorna in un certo senso alle origini, con assoli veloci e riff funkeggianti, riscoprendo Jimi Hendrix e Jimmy Page. Stadium Arcadium, il suo ultimo disco con i Red Hot Chili Peppers, e The Empyrean, il suo capolavoro solista del 2009, mostrano i frutti di una nuova (ma non troppo) ricerca sonora, che lo porta, negli anni 2000, a lavorare persino con i Mars Volta. Nel 2009 lascia i Red Hot Chili Peppers, anche se l'annuncio ufficiale avverrà solo due anni dopo, e nel 2012 escono i suoi ultimi due lavori solisti, incrocio tra Captain Beefheart, Syd Barrett, e l'elettronica anni '90.
Molto si è detto negli anni su Frusciante: ci sono i detrattori a prescindere, gli scettici documentati, quelli a cui non fa né caldo né freddo e gli entusiasti a prescindere. Quello che resta è un chitarrista creativo ed emozionante, che ha nel suo stile l'aggressività del punk unita alla psichedelia e all'emozionalità del post-rock anni '90. Soprattutto, John Frusciante non è solo "il chitarrista dei Red Hot", ma un artista completo (probabilmente l'unico del gruppo), che ama sperimentare.